“Vedo l’umorismo come il cibo…un’adeguata condivisione di umorismo e risate rappresenta una parte essenziale della dieta delle persone sane”
Questa frase è di Norman Cousins. Vi chiederete chi sia?
Negli anni ’70 fece molto rumore nel mondo scientifico e nell’opinione pubblica americana e mondiale.
Gli fu diagnosticata una spondilite anchilosante con una prognosi di pochi mesi di vita. La scienza medica ufficiale di allora si dichiarò impotente e gli prefigurò di passare i pochi giorni che gli rimanevano immobilizzato a letto afflitto da forti dolori.
Cousins iniziò uno studio delle ricerche sperimentali di allora e fu colpito da alcune di queste che suggerivano l’utilizzo della vitamina C e che sottolineavano l’importanza decisiva che le emozioni positive potevano avere sulla salute.
Iniziò quindi una cura a base di vitamina C e somministrazione di quote quotidiane di umorismo, attraverso film, telefilm, stand-up comedy, ecc.
Arrivò a sostenere che 10 minuti di risate indotte dall’umorismo gli permettevano di alleviare il dolore per circa 2 ore.
Cousins visse altri 25 anni e non allettato oltre a pubblicare libri e articoli di successo sul proprio caso.
Il suo caso è ancora in parte un mistero, ma ha dato impulso alla ricerca sull’umorismo e sulle emozioni positive in generale ed oggi è ormai un dato scientifico acquisito sperimentalmente gli effetti benefici che queste hanno per la salute e la loro forte connessione con il sistema immunitario. Tutto ciò anche al progressivo sviluppo della PNEI (Psiconeuroendocrinoimmunologia) branca della scienza medica che studia i rapporti tra psiche, sistema nervoso, endocrino e immunologico.
– Luca Lombardini –