Nella visione positiva da me adottata lo scopo ultimo del coaching sono il benessere e l’autorealizzazione del cliente che si accompagnano al moltiplicarsi delle esperienze di funzionamento ottimale.  Il coach mira ad innescare un processo di consapevolezza e responsabilità nelle persone e nelle organizzazioni al fine di aiutarle a generare il loro specifico e unico percorso di realizzazione.

Il coaching secondo la definizione dell’International Coaching Federetion (ICF) è  una “una partnership con i clienti che, attraverso un processo creativo, stimola la riflessione e li ispira a massimizzare il proprio potenziale personale e professionale.” Il compito del coach è quindi guidare il cliente (individuo o gruppo) alla scoperta dei propri obiettivi, lasciando loro piena autonomia affinché le soluzioni e le strategie da seguire emergano dalle persone stesse e non siano invece eterodirette. Parafrasando una famosa massima “il coach non ti da il pesce ma ti aiuta a far emergere il pescatore che è in te”.

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“Non significa diventare comici ma imparare a sfruttare questa importante risorsa per gestire lo stress, comunicare in modo efficace e creare relazioni armoniche.”

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Spesso partendo da un generico bisogno di miglioramento il coach accompagna l’individuo o il gruppo a definire in modo ben formato i propri obiettivi e i piani per realizzarli, in altri casi laddove gli obiettivi siano già definiti in modo soddisfacente supporta i propri clienti nella scoperta e ottimizzazione delle proprie risorse e nella pianificazione e realizzazione delle strategie per raggiungerli. In ogni caso il suo compito è quello di accompagnare i clienti dal presente al futuro desiderato.

Il coach aiuta gli individui a confrontarsi con il proprio dialogo interno al fine di definire e realizzare obiettivi sfidanti di miglioramento personale.

Il coach non ti da una risposta ma ti fornisce gli strumenti perché tu possa trovare la tua risposta. Il coach non è direttivo e non ti dice cosa fare. È al tuo fianco con una serie di strumenti, tecniche e abilità empatiche per accompagnarti nel viaggio più bello: quello alla scoperta e realizzazione del tuo potenziale.

E’ una metodica di sviluppo del potenziale e generazione di benessere che ha radici lontane (Maieutica Socratica). Infatti il coach non mette dentro nozioni, ricette o soluzioni, ma ti aiuta a tirare fuori il tuo innato talento, la tua originalità e la tua capacità di attingere in modo adeguato alle risorse personali in base alle circostanze e al momento.

Il coaching per questo non crea dipendenza ma libera potenziale.

Mi preme innanzitutto chiarire un equivoco molto diffuso dovuto al fatto che oggi il termine è abusato: il coach non è un “motivatore stile televendita” e nemmeno un “guro”. Lavora con la motivazione, ma per stimolare chi si rivolge a lui a tirare fuori la propria. Ti aiuta a trovare le tue motivazioni facendo lavorare te e aiutandoti a cercare una strategia personale perché tu possa sostenerle da solo senza dipendere da altri.

Altra precisazione molto importante è che il coach non fa psicoterapia, che compete a psicologi o medici con adeguata scuola di specializzazione. Il coach non interviene per porre rimedio a situazioni cliniche, è un allenatore del tuo potenziale, un preparatore atletico del benessere.

Il coach non si occupa di counselling (o coaunseling a seconda che si scriva all’inglese o all’americana). In genrale infatti il coaching non è una relazione di aiuto, al contrario si tratta di una vera e propria partnership paritaria con il cliente per aiutarlo a risvegliare il proprio potenziale e migliorare il proprio benessere agendo sulle potenzialità.

Il Coach non è un consulente. Il coach non ti dice cosa fare ma assieme a te trova la strategia migliore per raggiungere il tuo obiettivo.

Detto questo il coaching può essere affiancato a ciascuna delle professioni soprariportate e lavorare in sinergia con loro aiutando le persone a definire obiettivi autorealizzativi e attingendo dalle loro risorse per raggiungerli.

A proposito delle ragioni per cui ci si rivolge ad un coach la sezione italiana dell’ICF ci suggerisce che possiamo rivolgerci ad un coach quando:

  • c’è qualcosa in gioco, una sfida, un obiettivo protratto o una grossa opportunità, ed è urgente, importante o appassionante, o tutte queste cose insieme;
  • c’è il desiderio di ottenere risultati più rapidamente;
  • c’è bisogno di invertire la direzione presa nel lavoro o nella vita personale;
  • c’è una mancanza di chiarezza nella persona a fronte delle scelte da fare;
  • non c’è equilibrio tra il lavoro e la vita privata e questo genera delle conseguenze indesiderate;
  • la persona non ha identificato le sue potenzialità principali né sa come utilizzarle al meglio;
  • c’è il bisogno e il desiderio di essere meglio organizzati e sapersi meglio gestire
La vera sfida per le aziende e le organizzazioni  (enti pubblici e privati, scuole, ONLUS, associazioni, ecc) di oggi è comprendere che nulla è più costante del cambiamento e con il coaching alleni la tua capacità di gestirlo.

Quello di cui le aziende hanno bisogno oggi non è nuova tecnologia, ma nuova umanità: solo aziende in grado di far emergere il potenziale umano possono sfruttare le enormi opportunità che offre il progresso.

Se la tecnologia uniforma i processi, il coaching li differenzia rendendoli unici ed è questa unicità che ti rende indispensabile al mercato ma soprattutto al mondo.

Il coach è un allenatore del talento: attraverso il suo contributo esplorerai il potenziale tuo e della tua organizzazione, lo  valorizzerai e imparerai a progettare piani d’azione per farlo esplodere. In questa veste il coaching si rivolge ai titolari, ai manager e ai quadri delle aziende e delle organizzazioni aiutandoli a:

  • sviluppare le doti di leadership positiva
  • definire mission, vision e piani strategici per una loro realizzazione operativa
  • affinare strategie di problem solving
  • fluidificare i processi comunicativi
  • sviluppando un timing efficace nei processi decisionali
  • imparare, ma soprattutto, assaporare la forza della delega
  • gestire in modo efficace i processi organizzativi
  • gestire lo stress anche con potenzialità spesso sottovalutate ma che fanno la differenza
  • diventare un esperto del cambiamento e realizzare il cammino manageriale che conduce dal presente al futuro desiderato
  • acquisire le competenze per diventare il coach della tua azienda in grado di motivare, compattare e valorizzare il tuo team verso lo scopo comune.

Inoltre il coaching in azienda e nelle organizzazioni può essere rivolto a tutti i collaboratori di qualsiasi ordine e grado a livello individuale o di gruppo al fine di valorizzarne il potenziale e il talento in generale o in specifiche aree o per aiutare il team working e quindi compattare e rendere efficace un gruppo verso il  raggiungimento di un obiettivo.

Mi preme inoltre precisare che se credi che la tua azienda o la tua organizzazione sia solo una macchina per fare soldi non sono il coach che fa per te, se invece credi che la tua azienda abbia un ruolo fondamentale per fari fiorire talenti e generare benessere da tutti i punti di vista mi metto al tuo servizio: solo nella condivisione di valori di fondo ci sono i presupposti per una collaborazione di successo.

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