“Questa mano po’ esse fero o po’ esse piuma”, così recitava un passaggio mitico di un film di Verdone. E così è l’umorismo: può accarezzare o può ferire.
L’umorismo affiliativo è un fluidificante dei rapporti umani e si sintetizza nella frase “ridere con gli altri”. Così come l’autoironia o umorismo autorinforzativo è un “ridere con noi stessi” ed un modo per alleggerire i carichi eccessivi che ci portiamo dentro.
Al contrario l’umorismo aggressivo, il “ridere degli altri”, è come una sciabola che taglia i rapporti. Il sarcasmo ne é la rappresentazione più viva.
C’è anche un uso improprio dell’umorismo verso se stessi, l’umorismo autodenigratorio, cioè il “ridere, o meglio, il deridere se stessi” per piacere agli altri o per autosabotare noi stessi.
Sta a noi scegliere di che umorismo essere ma si sappia che prediligere i primi 2 stili correla con il benessere psicologico, mentre utilizzare con più frequenza i secondi due correla con disagio, rabbia e tendenze depressive.
A voi il bisturi e scegliete se operare per curare o utilizzarlo per ferire.