La Flessibilità Mentale

L’arroccarsi in posizioni rigide, generalizzanti e inflessibili è l’errore più grave che si possa fare a livello personale e relazionale nell’affrontare ogni genere di problema o discussione. Significa indossare gli occhiali da sole anche quando non c’è il sole ed essere convinti che sia il sole a sbagliare perché non c’è.

Di questi tempi, soprattutto grazie alla spinta “caciarosa” di una comunicazione incoscientemente manipolativa abbiamo assistito al proliferare di posizioni contrapposte che come unico risultato hanno quello di alzare il livello della tensione sociale e del disagio individuale. Ma sappiamo che fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce. Se cade un albero ti giri di colpo e soprassalto a guardare, cattura la tua attenzione per un meccanismo naturale di difesa.
Basta alzare il clima della tensione, innescare meccanismi di paura e odio e il gioco è fatto. Sfruttando questa vulnerabilità umana si commette il grave peccato di diffondere la cultura dell’intolleranza, dei paladini della verità contro il nemico che va annientato.

Perché?
Per vendere l’idea, il prodotto, il corso, la strategia e così via, ciò che fa più comodo all’uno piuttosto che all’altro, in un clima alla “io sono ok e tu sei un cazzone”. Per raggiungere questo risultato è necessario creare posizioni contrapposte, buoni e cattivi, che mai si devono incontrare. Le discussioni non vertono sul dato di realtà, ma il dato di realtà viene “interpretato”, o meglio distorto, al fine di sostenere quella o quell’altra posizione rigida.

La soluzione di tutto ciò?
La consapevolezza di qual è il fine ultimo: serenità o dominio? Crescita armonica o supremazia relazionale? Avere ragione o cercare il benessere individuale e collettivo?
La flessibilità mentale è la via per un modello armonico di esistenza, meravigliato dalla scoperta e felicemente stupefatto ogni qualvolta coglie nuovi aspetti che prima non vedeva. La flessibilità mentale si autoalimenta nel suo utilizzo, è allo stesso tempo causa ed effetto di un processo di scoperta armonica di sé e dell’altro. Per innescare questo circolo virtuoso è necessario un atto di grande intelligenza: l’umiltà di approcciarsi al mondo con la curiosità e le aspettative “meravigliabili” di chi sa di non sapere.

Insomma, con l’atteggiamento di un bambino libero da schemi rigidi, pulito e pronto a meravigliarsi di quello che non conosceva del mondo, guidato dalla sua genuina curiosità non giudicante.