SECONDA SUPERCAZZOLA PSICOLOGICA: NON VADO DALLO PSICOLOGO NON SONO MICA MATTO
La seconda supercazzola psicologica è pari a quella di quello che non beve acqua perché non è astemio (scusate l’esempio ma essendo veneto sono fortemente condizionato dal tema), allo stesso modo non vado dallo psicologo perché non sono mica matto.
Ti voglio rassicurare: non sei matto se vai dallo psicologo, eventualmente lo sei già prima e nel qual caso lo psicologo può fare poco per te.
Aggiungo che la parola matto, tra l’altro, ha più a che fare con pregiudizio, paure e superstizione e diagnosi da bar che altro. Ma dedicherò all’argomento un pezzo.
Tornando a noi, “non vado dallo psicologo non sono mica matto” sarebbe come dire non vado dall’ortopedico altrimenti mi rompo una gamba, oppure non vado a farmi gli esami del sangue altrimenti mi viene il colesterolo alto, oppure non faccio il politico altrimenti divento inaffidabile, scusate questa è vera.
Ma soprattutto, siamo sicuri che siano i matti che vanno dallo psicologo? O piuttosto i matti spesso li troviamo ben integrati in una società dalle mille contraddizioni dove chi sta male emotivamente spesso soffre perché è l’unico sano in un modo di pazzi?
Perché, non so voi, ma io vedo al vertice degli stati e tra i ben pensanti televisivi molti che sostengono che per mantenere la pace bisogna fare la guerra, che bisogna comprare le arance in Spagna e buttare quello siciliane e che il grano è meglio comprarlo all’estero che produrlo sotto casa, il che si è dimostrata recentemente un’evidente puttinnata. Altri che fanno le cose a discapito dei popoli perché glielo impone un amico immaginario che si chiama Mercato. Altri ancora che se ti permetti di mettere in dubbio la loro verità ti radiano dal genere umano senza considerare il dato di realtà ma solo perché lo dice la “sienza” (uno strano essere superiore nato negli ultimi anni che si ispira alla scienza – quest’ultima una nobile branca della conoscenza umana fondata su dati di realtà e dubbio costruttivo piuttosto che su verità intoccabili – ma alterandone il senso a proprio piacimento. E questo sotto-prodotto culturale è portato avanti da strani guro mediatici solitamente completamente impreparati o falsamente onesti sui temi trattati ma che hanno una folta schiera di seguaci televisivi e followers alla ricerca di un bullo da venerare).
“Sienza”, per inciso, è la compagna di fatto dell’amico immaginario di prima, Mercato, che pare tra l’altro abbia una storia con Finanza, tra l’altro controvoglia, solo perché glielo chiede Europa, una un po’ istrionica e narcisista che se la tira parecchio nonostante si rifaccia continuamente.
Scusate la parentesi satiro-socio-politica (troppo ghiotta per il comico che è in me) ma era necessaria per porre l’accento sul fatto che la malattia mentale secondo le definizioni condivise si presenta quando un comportamento devia marcatamente da quelli comunemente condivisi nella cultura di appartenenza e crea disagio significativo e compromissione del funzionamento della persona. Ora, ci sto su tale definizione quasi su tutto ma sul comportamento collettivo come metro di misura della normalità, visto quanto sopra, e soprattutto se ci facciamo un giro nei i social, nutro forti perplessità.
Oggi molte persone soffrono perché siamo disorientati da una società liquida ed instabile emotivamente, così ci tramandiamo copioni di vita famigliari e/o culturali insani. Chi decide di lavorare su se stesso o è costretto a farlo da un disagio a mio avviso è l’eroe che si prende in carico il compito di ripulire questi copioni disfunzionali per se stesso, per la sua famiglia e per la società che verrà.
Eroe perché è colui che snoda i nodi ereditati o assorbiti da un ambiente socio-cultirale malsano.
Eroe perché affronta i nemici più forti, quelli che si sono fissati dentro di noi! Ed è forse questo che indica la metafora del viaggio dell’eroe.
Detto questo se stai male e non ti fai aiutare a stare meglio, allora sì che sei matto🤗
Come sempre senza offesa per nessuno sono solo un satirologo!!😁