Per i greci un tempo e per la psicologia positiva oggi la vera felicità è l’eudaimonia che in poche parole corrisponde al bene supremo, cioè allo stato di benessere che comprende la soddisfazione personale e il nostro giusto collocamento nel mondo assolvendo alla nostra autorealizzazione e quindi dando al mondo ciò di cui il mondo ha bisogno da noi.
Un rapporto sinergico di equilibrio sublime.
Per questo secondo Socrate chi subisce un’ingiustizia è meno infelice di chi la compie, perché chi la compie guasta questo equilibrio di dono reciproco tra noi e il mondo.
Un concetto maturato di felicità che non è semplice piacere personale, ma coscienza, consapevolezza e senso di pienezza che prova anche nell’ingiustizia e nella rinuncia chi sta dando al mondo ciò per cui è nato.