GUERRIERI DI LUCE

Un giorno qualcuno molto saggio mi raccontò questa storia:

“Dentro il tempo senza tempo avevo chiara la mia missione: ero un guerriero di luce, un samurai della pace e della speranza.

Passò il tempo e con lui arrivarono gli inganni della mente che mi fecero dimenticare chi ero.

Iniaziai a cadere e ad ogni caduta cercare di sfuggire la caduta successiva per paura di riaprire la ferita originale che tutti abbiamo dentro finchè non ricordiamo chi siamo.

Smisi di combattere rinnegando la mia potenza confondendola con la forza della prevaricazione.

Persi ogni stimolo e mi lasciai vivere dagli eventi convinto di aver smarrito la via che in realtà stavo percorrendo senza accorgermene.

Il guerriero, anche dopo averlo rinnegato più volte, continuava a pulsare e vibbrare finché un giorno mi mise in mano due guantoni e un sacco e l’energia vitale iniziò a pulsare.

Di nuovo attratto da quel combattimento inconsapevole che temevo fosse voglia di prevaricazione seguii comunque l’intuito che mi spingeva a combattere seppur tra mille dubbi.

Come un cavallo di razza che scalpita grazie al combattimento leale mi riappropriai di quell’energia pura di cui siamo fatti.

Imparai così a riconoscere la bontà di tutto ciò che la vita ci regala. Più capivo, più mi liberavo, più quel guarriero tornava a brillare.

Ricominciai a camminare e cadere e ad ogni caduta mi alzavo più brillante di prima. Finché un giorno le cadute divennero l’evento atteso per sciogliere gli inganni della mente, primo tra tutti il pensare che ci fosse un nemico fuori di me che il mio guerriero doveva sconfinggere.

Alla fine la paura lasciò spazio alla speranza, la rabbia all’energia, l’odio all’amore e l’ego al sentirsi parte di un genere umano degno in toto di evolvere.

Fu allora che il guerriero riemerse nella sua intera essenza e iniziò a combattere per l’armonia e a librare per quello che era dando il suo contributo al benessere di tutti e allo stesso tempo ricevendolo dagli altri e dal tutto.

Il guerriero si era finalmente ritrovato e la verità lo rese libero di essere ciò che era senza bisogno di definirsi perché nel suo splendere si descriveva come nessun pensiero o parola poteva o potrebbe mai fare.”

Il tizio concluse dicendomi:

“Questa non è la mia storia ma quella di tutti noi. Quel guerriero è dentro ciascuno di noi. È un guerriero speciale perché non ha bisogno di combattere il suo nemico, il buio, perché basta la sua presenza perché ci sia luce.

Il vero combattimento è quello contro gli inganni della mente che ci fanno credere che esista il buio quando in realtà è solo l’incapacità di vedere la luce. Ma soprattutto che ci fanno dimenticare che noi siamo lui.

Per capire questo dobbiamo fare tutto il viaggio con fiducia perché ad Itaca ci torneremo tutti assieme, nessuno potrà restare indietro. Se solo uno rimarrà indietro significa che nessuno è ancora arrivato. E arriveremo quando tutti i guerrieri brillerano spazzando via il buio per sempre.

La via è semplice: ci riaccendiamo solo quando capiamo che serve ad illuminare gli altri e non il nostro ego che essendone parte già ne vive.

Quando siamo accessi nessun virus potrà mai oscurare la nostra vita! “

Quel tizio era il mio bambino interiore!

Cosa aspetti ad ascoltare il tuo?