CHI BELLO VUOLE APPARIRE UN POCO DEVE SOFFRIRE

“La principale causa di sofferenza a tutte le età è il tentativo di avere il positivo senza il negativo.

Avere successo senza rischiare il fallimento.

Se rifiutiamo il negativo perdiamo opportunità di sperimentare il positivo.” L. Hayes, J. Ciarrochi.

Vogliamo vivere senza correre il rischio di morire.

Credo che mai come oggi prima di prendere qualsiasi decisione a livello personale ma soprattutto collettivo dovremmo rispondere a questa semplice domanda: “Quanto sono disposto a rischiare di negativo per assaggiare il positivo che la vita mi può offrire? “

E ancora di più” Quanto di negativo sono pronto a rischiare io perché chi viene dopo di me possa assaggiare il positivo di questa vita?“

In realtà la scelta è tra: vivere o sopravvivere.

Scegliere di vivere è molto difficile, perché ci obbliga a chiederci e chiarire il nostro scopo in questo mondo, lo scopo altro che trascende la soddisfazione di semplici bisogni egoici.

Sopravvivere significa scegliere di non correre nessun rischio, di fare tutto ciò che ci permette di guadagnare un giorno, un minuto, un secondo in più in questa terra qualsiasi sia la rinuncia da fare.

Io ho scelto di vivere, anche se significa un continuo bilanciare tra l’autoconservazione e correre dei rischi e soprattutto una continua conferna e disconferma di ciò per cui vale la pena morire ma soprattutto vivere.

Sta a noi ora scegliere se continuare a scappare o decidere di vivere correndo dei rischi in virtù di valori più grandi di noi. Perché correre dei rischi inutili è un delitto, quasi quanto non avere il coraggio di correrne per i propri valori.

Tutto si gioca però solo avendo l’ardore di chiedersi quali sono i propri valori, qual è il proprio credo e perseguirlo con consapevolezza e coraggio.

Altrimenti continueremo ad aver bisogno di un cane rabbioso che obbliga i nostri figli ad andare a scuola con la museruola promettendoci che solo così vivremo e vivranno sicuri, senza chiederci e soprattutto chiedere a loro se sia meglio vivere una vita lunga ma imbavagliato piuttosto che una vita libera anche se più breve.

Non dico di scegliere la sofferenza e il rischio spudorato, anzi dico che bisogna scegliete la vita. Ma dobbiamo avere il coraggio di chiederci se siamo sicuri che si muoia solo quando il fisico si spegne o se forse ci sono molti modi di morire ben prima, soprattutto come comunità umana e relazionale. Una morte irreversibile che non rafforza la nostra specie ma che la destina all’oblio di una vita senza significato le cui conseguenze non tarderanno a farsi sentire nel corpo.

Abbiamo bisogni di condottieri ed eroi di altri tempi che sappiano correre dei rischi per preservare valori come libertà, dignità, giustizia e non parolai da conferenza stampa che per una diretta e un follower in più immolano i nostri valori più alti.

Un tizio, un po’ hippie che ha cambiato il corso della storia, molti secoli fa disse “Non abbiate paura” “La verità vi renderà liberi”.

Sappiamo tutti come è andata a lui, Socrate, Giordano Bruno e altri. Li ricordiamo ancora oggi come esempi, tuttavia comportandoci come i loro contemporanei ogni volta che ci approcciamo alla ricerca del vero nella nostra attualità.

Con la vita ci hanno testimoniato una strada, ora forse è arrivato il momento di non prendersela con loro o di fingere di ossequiarli ma di seguirli fuori dalla caverna di platonica memoria. Senza bisogno di sacrificare nessuno solo perché tenta di farci capire che ciò che pensavamo fosse la vita erano solo le nostre ombre riflesse e che la luce esiste ma bisogna avere il coraggio di uscire a guardarla.