LOTTA ALLA STIGMA

LOTTA ALLA STIGMA

Lui è un depresso, lei è una nevrotica o peggio loro sono matti!

Quante volte abbiamo sentito o dato queste sentenze.

In realtà in tutti e tre i casi l’unica cosa vera è che loro sono persone. Affette da un disturbo, più o meno invasivo, ma persone.

Direste mai lui è una gamba rotta? Lei è un infarto? Loro sono dei diabete?

Ma in fondo in questo modo si compie uno dei riti scaramantici più vecchi del mondo: scongiurare la paura creando un diverso da noi.

In questo modo si alimenta la stigma del disturbo mentale, mettendo tutti i disturbi, le disfunzioni e i disagi in un unico grande calderone senza distinguerne gravità, intensità e caratteristiche e considerando chi ne è affetto in qualche forma appartenente alla categoria dei “matti”. Quindi un diverso da me che in quanto tale non mi può “contagiare“.

Un tempo questa stigma si materializzava nel confino di queste persone all’interno di strutture il più lontano possibile dalla vista dei normali.

Non importava la gravità, la tipologia o la ragione ma la cura era la stessa, relegare lontano dalla vista.

Così la stigma morale a lungo si è tradotta in vera e propria segregazione. Basti pensare che pochi libri di storia si ricordano di sottolineare quanti morti abbia fatto la follia nazista tra i malati di mente nei campi di concentramento come se fossero perdite di serie b di cui in fondo non serve parlare.

Questo fa sì che chi presenta una qualche difficoltà mentale o emotiva la tenga per sé o peggio la neghi a se stesso per scongiurare il pericolo di essere considerato un diverso.

Conseguentemente non si chiede aiuto o peggio lo si chiede ai professionisti sbagliati perché “io non vado dallo psicologo, perché non sono mica matto”.

Piccoli focolai facilmente trattabili possono diventare incendi. Oppure si continua a cuocere esposti ad un disagio che potrebbe essere efficacemente trattabile.

Bisogna quindi capire che il disagio o la malattia non sono la persona.

La storia è piena di persone di successo affette non solo da disagio ma da veri e propri disturbi che hanno condotto una vita esemplare. Come la realtà di tutti i giorni è ricca di persone che vivono una vita piena e soddisfacente affrontando le proprie difficoltà con coraggio.

Persone che non potreste nemmeno sospettare vivono la loro sfida con orgoglio e dignità, nel silenzio, perché la bolgia del senso comune se ne parlassero li etichetterebbe e ne pregiudicherebbe ulteriormente l’esistenza complicandogli così la vita come se non bastasse il loro disagio.

E invece sono eroi silenziosi che lottano per trovare la luce interiore mentre chi li ghettizza spesso vive una vita al buio accecato dai pregiudizi.